Il concetto di infinito potenziale tornò ad assumere un ruolo principale nel calcolo differenziale di Newton e Leibniz; questi, utilizzando una scrittura particolare per distinguere infiniti e infinitesimi (o flussioni come li chiamava Newton) (il simbolo ∞ per l'infinito (potenziale) ed il simbolo dt per l'infinitesimo),
daranno il via ad un ramo della matematica, che è, ad oggi, uno dei pił famosi: il calcolo infinitesimale dell'analisi matematica.
Oggi questi due matematici sono ritenuti i padri di questa disciplina, ma, ai loro tempi, questi non erano molto ben disposti a dividersi il merito; infatti sono passate alla storia numerose dispute tra i due riguardo a chi per primo avesse davvero scoperto il calcolo infinitesimale;
attualmente si preferisce nominarli assieme, poichè hanno entrambi ottenuto risultati sorprendenti seppur lavorando separatamente.
Questa disputa nasce dal fatto che l'atto di nascita del calcolo infinitesimale è considerato il lavoro di Leibniz: "Nuovo metodo per trovare i massimi e minimi, e anche le tangenti, non ostacolato da quantità frazionarie e irrazionali e un
unico genere di calcolo per quei problemi" pubblicato nel 1684 negli Acta Eruditorum; Newton però aveva raggiunto simili risultati già dal 1669, nonostante li avesse pubblicati col nome di "De Analysi per Aequationes Numero Terminorum Infinitas" solo successivamente all'opera di Leibniz nel 1711.
Dopo le scoperte di Cavalieri, Cartesio, Fermat, negli anni a cavallo tra il 1700 Newton e Leibniz formalizzarono questi concetti: a Newton si deve soprattutto l'aver introdotto: regola della catena, serie di Taylor e funzioni analitiche applicate a fondamentali problemi della fisica,
mentre si devono a Leibniz la gran parte delle nozioni usate ad oggi nel calcolo infinitesimale.
Quando vennero pubblicati, questi risultati non accolsero il favore della critica, si contestava infatti la certezza dei presupposti su cui questi risultati si basavano: solo successivamente grazie ad una revisione dei risultati fatta da Cauchy,
e grazie ai contributi dati da matematici come d'Alembert, Poisson, Liouville, Fourier e infine Riemann, il calcolo infinitesimale, che già era divenuto una parte fondamentale della matematica, acquistò delle besi rigorose, liberandosi di criteri non ben definiti come le "quantità infinitesime", e basandosi soprattutto sulla nozione di limite.
Questa fa un uso solo potenziale dell'infinito: dire che