Si deve a Dedekind l’aver risolto due dei maggiori problemi incontrati fino ad allora lavorando con l’infinito potenziale: i numeri irrazionali e il continuo.
Secondo Newton e Leibniz, la continuità dei punti di una retta era
dovuta alla loro densità (cioè al fatto che tra due punti se ne potesse
trovare sempre un altro); ma questa proprietà valeva anche per i numeri
razionali che però, non formavano un continuo (basta vedere il punto
della figura sopra, che sicuramente non appartiene a
).
Dedekind si inventò così una nuova definizione; quella di sezione dell'insieme ℚ e tramite questo concetto diede una definizione dei numeri reali (compresi quelli che definirà
irrazionali).
In generale una sezione di Dedekind di un insieme totalmente ordinato
è una partizione di questo in due insiemi non vuoti
con
t.c.
senza massimo e t.c.
Definizione 1.5. Dati due insiemi si dice che questi sono equipotenti (o hanno la stessa cardinalità)se e solo se posso mettere in corrispondenza in modo tale che ad ogni elemento di un insieme ne corrisponda uno ed uno soltanto dell’altro. (corrispondenza biunivoca)
Cantor per primo, applicò questo concetto di cardinalità anche a insiemi
infiniti; infatti fino ad allora, forse come retaggio della mentalità greca, si
pensava che contare o confrontare non potesse essere fatto quando si trattava di
infinito, e che in tal caso questo avrebbe portato a dei paradossi (si pensi a come
conclude il suo discorso Galilei).
A Cantor si devono soprattutto due intuizioni che hanno la loro base nella
scoperta che nell’infinito si possono fare distinzioni: la prima è che ci sono
insiemi infiniti che sono equipotenti ad un loro sottoinsieme proprio, mentre la
seconda è che non tutti gli insiemi infiniti possono essere messi in corrispondenza
biunivoca tra di loro.
Da queste idee nascerà la definizione di infinito data da Dedekind, rovesciando
completamente il modo di vedere l’infinito; si passa dall’infinito come negazione
del finito, al finito come "non infinito":
Definizione 1.6 ( insieme infinito ). Un insieme è infinito quando lo si può mettere in corrispondenza biunivoca (cioè se è equipotente) con un suo sottoinsieme proprio; viceversa l’insieme si dirà finito.