La natura è un buon punto di partenza per questo tipo di studio; infatti molte figure
geometriche che troviamo in natura non possono essere ricondotte ai poligoni o ai
poliedri (regolari o non), della geometria euclidea; presentano infatti un carattere
molto più frammentario.
Partiamo da due esempi, che sono forse i più conosciuti;una felce (ma anche un
cavolfiore) e le coste della Gran Bretagna (ma anche quelle della Norvegia o della
Sardegna).
In generale un frattale ha tre proprietà principali: è autosimile, ad ogni
ingrandimento emergono altri dettagli, è definito da una funzione ricorsiva, e
infine, è caratterizzato da una dimensione non intera (maggiore rispetto a quella
in cui lo si può disegnare).
L’infinito nei frattali è molto importante, quando si parla di infinito
non si intende infinitamente grande o piccolo, ma infinitamente ripetuto.
Analogamente se si misurassero con la geometria classica alcuni frattali (come ad
esempio le coste della Bretagna, o il fiocco di neve di Koch) si otterrebbe
uno sviluppo infinito che non darebbe alcun risultato utile nella effettiva
misurazione.
Proprio per la centralità del concetto di infinito, o meglio, di infinitamente
ripetuto si è sentita la necessità di coniare un nuovo termine per identificare
questi nuovi oggetti e una nuova misura per poter dare risposte più precise
riguardo alle dimensione di questi oggetti; da qui nascerà quindi la dimensione e
la misura di Hausdorff.