Studiamo innanzitutto come ricavare la lunghezza della chiave avendo a disposizione solo il testo cifrato: i due metodi principali sono il test delle frequenze di Kasiski e quello di Friedman che prendono il nome dai loro inventori ed hanno avuto successo la prima volta rispettivamente nel 1863 e nel 1925.
A | B | C | D | E | F | G | H | I | J | K | L | M |
0 | 0 | 7 | 1 | 1 | 2 | 9 | 0 | 1 | 8 | 8 | 0 | 0 |
N | O | P | Q | R | S | T | U | V | W | X | Y | Z |
3 | 0 | 4 | 5 | 2 | 0 | 3 | 6 | 5 | 1 | 0 | 1 | 0 |
Quindi la lettera più frequente è la G che corrisponderà alla lettera più
frequente (nell’alfabeto inglese) e, allora la prima lettera della chiave sarà
2=c.
Ovviamente più
è piccolo più facile è decrittare questo codice; per questo è così
importante l’intuizione di Vernam, cioè un crittosistema in cui la chiave è
lunga quanto il testo (teoricamente infinita) e non è mai ripetuta (per
questo spesso si parla di sistema OTP, one-time pad); si dovrà poi a
Shannon, nel 1949, la dimostrazione che questo crittosistema è teoricamente
inattaccabile.