testo in chiaro | p | r | o | n | t | i | p | a | r | t | e | n | z | a | v | i | a |
chiave | c | a | m | p | a | n | a | c | a | m | p | a | n | a | c | a | m |
testo cifrato | r | r | a | c | t | v | p | c | r | f | t | n | m | a | x | i | m |
Definizione 3.2 ( cifrario di Vigènere).
Sia
un intero positivo fissato; siano poi
con la chiave =(;
definiamo la funzione di cifratura
del cifrario di Vigènere:
(=(
e la funzione di decifrazione
del cifrario di Vigènere:
(=(
il tutto (mod 26)
Un modo più veloce per effettuare questa cifratura è quello di
sfruttare la tabella di Vigènere (o tabula recta) che consiste in un
quadrato di 26 righe per 26 colonne contenente tutte le lettere dell’alfabeto
ed in cui ogni riga è spostata rispetto alla precedente di un posto in
avanti; in questo modo leggendo le lettere del testo in chiaro nella prima
riga e quelle della chiave nella prima colonna (o viceversa, la tabella è
simmetrica), il loro punto di incontro sarà la lettera del testo cifrato.
Ovviamente questo sistema è sicuro se non è nota nè la chiave nè la
sua lunghezza; riguardo alla decifrabilità di questo cifrario si possono
fare le stesse considerazioni fatte in precedenza con alcune modifiche:
ovviamente conoscendo il testo cifrato ed una parte del testo in chiaro basta
sottrarre i due per ottenere la chiave, è necessario però avere un testo in
chiaro abbastanza lungo perchè altrimenti si rischia di non riuscire ad
ottenere tutta la chiave, per questo si punta ad avere chiavi piuttosto
lunghe.
Si potrebbe anche sfruttare la frequenza delle lettere come già visto sopra ma si
rischia di incorrere in notevoli errori, infatti ad ogni lettera in chiaro non è
detto che corrisponda sempre la stessa lettera nel testo cifrato, ed è
per questo motivo che questo studio di frequenza non si rivela granchè
utile.
Il metodo migliore per decifrare il messaggio è quindi quello di trovare
prima la lunghezza della chiave e poi la chiave stessa; vediamo come si
procede.