Supponiamo di trovare nel testo cifrato delle lettere ripetute; sappiamo che questo non può dirci nulla sul testo in chiaro poichè lettere uguali possono venire cifrate con lettere diverse; supponiamo ora di trovare non singole lettere, ma sequenze di 2, 3 o più lettere uguali sparse nel testo cifrato; è probabile che queste sequenze corrisponderanno a sequenze uguali anche nel testo in chiaro e che la distanza tra queste sequenze sia un multiplo della lunghezza della chiave.
Ovviamente più lunghe sono le sequenze, maggiore è la probabilità che la distanza sia effettivamente un multiplo della lunghezza della chiave; consideriamo ad esempio un testo cifrato abbastanza lungo ed individuiamo tutte le sequenze di 3 lettere che si ripetono nel testo e mettiamo in una tabella le distanze tra una sequenza e l’altra; se ne può dedurre che la lunghezza della chiave è il MCD tra tutte le distanze.
In realtà questo metodo non può dare certezza assoluta sulla lunghezza della chiave soprattutto per due motivi; innanzitutto ci possono essere sequenze uguali generate accidentalmente e quindi la loro distanza non dovrebbe essere tenuta in considerazione nel calcolo del MCD, e inoltre è possibile che la lunghezza della chiave non sia in realtà il MCD trovato ma ne sia un suo sottomultiplo; per questo motivo si introduce il test di Friedman.


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