La teoria degli insiemi, con il suo uso dell'infinito in atto, si portò dietro non pochi problemi; i più conosciuti sono l'antinomia di Cantor e quella di Russel, che adesso enunceremo brevemente.


Antinomia di Russel: se R = {xxx}, allora R RRR; cioè l’insieme di tutti gli insiemi che non appartengono a sé stessi, appartiene a sé stesso se e solo se non appartiene a sé stesso.

Antinomia di Cantor: Si consideri la totalità degli insiemi, la ”classe totale” A, ovvero l’insieme di tutti gli insiemi. Sia poi P(A) l’insieme delle parti di A; allora P(A) dovrebbe avere potenza maggiore di A, ma essendo A l’insieme di tutti gli insiemi, esso contiene P(A) come suo sottoinsieme, quindi P(A) non potrebbe avere cardinalità maggiore di quella di A.

Iniziò così una crisi dei fondamenti della matematica (che si era cercata di fondare sulla teoria degli insiemi), che portò alla nascita e allo sviluppo di vari settori (in toeria degli insiemi ed in logica matematica), che in modi diversi posero rimedio alle contraddizioni che sorgevano ( per esempio grazie a Gödel e Cohen).
Il metodo assiomatico moderno che portò così alla creazione di rami diversi della matematica e anche a possibili logiche matematiche diverse.

Questa che abbiamo brevemente ripercorso è una piccola storia dell'infinito dai tempi più antichi ad oggi; si vede come questo concetto sia strettamente legato a come si intende la matematica. Oggi nessuno si fa problemi ad utilizzare l'infinito potenziale in limiti e derivate, e ad utilizzare l'infinito attuale nella cardinalità degli insiemi.
Nonostante questo, i dibattiti sul ruolo, la giustificazone, l'utilizzo o meno e la validità del concetto di infinito sono tutt'ora aperti; l'unica cosa certa e riconosciuta da tutti è la centralità del ruolo che l'infinito ha avuto e ha tutt'ora nella matematica.

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