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Teorema di Leonardo
Sia G un sottogruppo di M con un numero finito di elementi. Allora introdotto un opportuno sistema di coordinate abbiamo che G può essere solo uno dei seguenti gruppi:
intuitivamente
se G ha un numero finito di elementi non può contenere traslazioni (altrimenti conterrebbe tutti i multipli interi di quella traslazione che sono infiniti), e analogamente non può contenere glissoriflessioni. Dunque, per il Teorema di Charles potrà contenere solo rotazioni e riflessioni.
Inoltre si dimostra che esiste un punto del piano che viene mandato in se stesso da ogni elemento di G; prendiamo questo punto come origne delle coordinate.
Se G contiene solo rotazioni, essendo in numero finito, ne avrà una minima . Questa sarà l'elemento generatore del gruppo Cn.
Se contiene più di una riflessione non banale conterrà di conseguenza anche delle rotazioni. Una qualunque delle riflessioni e la rotazione minima saranno i generatori di Dn.
Questo teorema è stato formulato da Leonardo da Vinci il quale voleva determinare sistematicamente tutte le possibili simmetrie di un edificio a pianta centrale, e trovare il modo di innestarvi nicchie e cappelle senza distruggere la simmetria del nucleo.
Proposizione
Sia G un gruppo discreto; allora il suo gruppo puntuale PG è Cn oppure Dn
intuitivamente
G discreto implica PG discreto. Ma PG è un sottogruppo di O e un sottogruppo discreto di O deve essere per forza finito.
Infatti si vede che se fosse infinito, le rotazioni di PG sarebbero infinite e si potrebbero trovare inevitabilmente rotazioni piccole a piacere, cosa che contraddirebbe l'ipotesi posta su G di essere discreto.
Dal momento che PG è finito il Teorema di Leonardo conclude la dimostrazione.
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