ClockDefinizione

Clock Classificazione nello spazio Complesso

Clock Classificazione nello spazio Reale
    ClockDimostrazione

Classificazione affine



Dimostrazione:

  Sia $ \,\mathcal{Q} \,$ una quadrica d'equazione (1.1). Possiamo ripetere esattamente i primi due passi della dimostrazione del teorema 1 ed ottenere quindi una distinzione dei vari tipi di quadriche espressa dalle equazioni (2.2), (2.3), (2.4), (2.5) e (2.6).
Ripartiamo dunque da:

Passo 3:    normalizzazione dei coefficienti.

Sia $ \,\mathcal{Q} \,$ una quadrica a centro; È stata, dunque, trasformata nella quadrica d'equazione (2.2); possiamo supporre che $ \,c_{00} \,$ sia $ \,-1\:$ (se $ \,c_{00} \neq 0
\,$ basta moltiplicare primo e secondo membro della (2.2) per $ \,-c_{00}^{-1} \,$) ed eseguire la trasformazione

\begin{displaymath}
\left\{
\begin{array}{l}
x' = \displaystyle\frac{x}{\sqrt...
...\frac{z}{\sqrt{\vert a_{33}\vert}} \\
\end{array}
\right.
\end{displaymath}

con la quale ci si riconduce ad una delle seguenti forme (a seconda dei segni dei coefficienti):

\begin{displaymath}
\begin{array}{ll}
x^2+y^2+z^2-1 \,=\,0; \hspace{1cm} & x^2...
...,=\,0; \hspace{1cm} & x^2-y^2-z^2-1 \,=\,0. \\
\end{array}
\end{displaymath}

Se invece $ \:c_{00} = 0 \:$, utilizzando sempre la trasformazione precedente, la quadrica $ \,\mathcal{Q} \,$ risulta essere affinemente equivalente a una delle due forme:

$\displaystyle x^2+y^2+z^2 \,=\,0; \hspace{1cm} x^2+y^2-z^2 \,=\,0.
$

Abbiamo così ottenuto sei equazioni della lista. Le prime quattro rappresentano i casi di quadriche non degeneri a centro che sono: ellissoidi e iperboloidi; le altre due rappresentano il caso di una quadrica degenere a centro cioè il cono. Sia ora $ \,\mathcal{Q} \,$ una quadrica non a centro.
Supponiamo sia stata trasformata nella quadrica d'equazione (2.3); possiamo supporre che sia $ \,d_{00} = -1\;$. Mediante la trasformazione

\begin{displaymath}
\left\{
\begin{array}{l}
x' = \displaystyle\frac{x}{\sqrt...
..._{22}\vert}} \\
\, \\
z' = z \\
\end{array}
\right.
\end{displaymath}

otteniamo rispettivamente, al variare dei segni dei coefficienti, le quadriche d'equazione

$\displaystyle x^2+y^2-1 \,=\,0; \hspace{1cm} \hspace{1cm} x^2-y^2-1 \,=\,0;
$

$\displaystyle -x^2-y^2-1 \,=\,0 \hspace{1cm}\Longleftrightarrow \hspace{1cm}
x^2+y^2+1 \,=\,0.
$



Se invece $ \:d_{00} = 0 \:$, utilizzando sempre la trasformazione precedente, la quadrica $ \,\mathcal{Q} \,$ risulta essere affinemente equivalente a una delle due forme:

$\displaystyle x^2+y^2 \,=\,0; \hspace{1cm} x^2-y^2 \,=\,0.
$

Se, invece, $ \,\mathcal{Q} \,$ è stata trasformata nella quadrica d'equazione (2.4), eseguendo la trasformazione

\begin{displaymath}
\left\{
\begin{array}{l}
x' = \displaystyle\frac{ x}{\sqr...
... = \displaystyle\frac{z}{-2a_{03}} \\
\end{array}
\right.
\end{displaymath}

otteniamo le quadriche d'equazione

$\displaystyle x^2+y^2-z \,=\,0; \hspace{1cm} x^2-y^2-z \,=\,0.
$

Esse rappresentano il caso di quadrica non degenere, non a centro (paraboloide). Se $ \,\mathcal{Q} \,$ è stata trasformata nella quadrica d'equazione (2.5) è immediato verificare che tale superficie è affinemente equivalenete all'equazione

$\displaystyle x^2 \,=\,0$   se$\displaystyle \:d_{00} = 0;
$

se abbiamo $ \,d_{00} \neq 0 \,$, supposto al solito $ \,d_{00} =
1,\,$ la quadrica è affinemente equivalente a una delle due equazioni:

\begin{displaymath}
\begin{array}{ll}
x^2 - 1 \,=\,0 \hspace{2cm} & \mbox{se} ...
...,=\,0 \hspace{2cm} & \mbox{se} \:a_{11} < 0.\\
\end{array}
\end{displaymath}

Se infine $ \,\mathcal{Q} \,$ è stata trasformata nella quadrica d'equazione (2.6) possiamo supporre $ \,a_{11} > 0 \,$ ed eseguendo la trasformazione

\begin{displaymath}
\left\{
\begin{array}{l}
x'' = \displaystyle\frac{x}{\sqr...
...-2{a_{02}}} \\
\, \\
z'' = z \\
\end{array}
\right.
\end{displaymath}

otteniamo la quadrica d'equazione

$\displaystyle x^2-y \,=\,0.
$


Abbiamo così esaurito tutti i possibili casi di equazione di una quadrica in $ \,A^3(\mathbb {R})$. Ognuna di esse è affinemente equivalente ad una sola forma canonica del teorema in quanto ogni quadrica della lista differisce dalle altre per qualche invariante affine.