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Nella sezione "Geometria affine intuitiva" abbiamo associato al piano ordinario gli spazi vettoriali dei vettori applicati e lo spazio vettoriale dei vettori liberi (ottenendo -spazi vettoriali di dimensione due). Abbiamo accennato a come costruzioni del tutto analoghe possano venir eseguite anche per lo spazio ordinario (ottenendo in tal caso -spazi vettoriali di dimensione tre).
Se fissiamo un punto
è immediato riconoscere che l'applicazione
è una biezione che ci permette di identificare i punti di e i vettori di , ed evidentemente dipende da .
A questo punto il lettore dovrebbe obbiettare dicendo che questa procedura va contro lo
spirito con cui introducemmo lo spazio
,
cioè associare al piano ordinario uno
spazio vettoriale che non dipenda dalla scelta di un punto del piano ordinario stesso, nel
quale per sua natura non vi è un punto privilegiato rispetto agli altri.
A tal fine sarebbe bastato considerare la biezione
e in effetti , una volta che si è fissato un punto , si ha la biezione In definitiva abbiamo che, dato , il vettore libero dipende dalla scelta di : e ciò ci dovrebbe convincere che non è possibile "vedere" il piano ordinario come uno spazio vettoriale in modo intrinseco, cioè poter considerare in modo canonico ogni punto di come un vettore (proprio perché in ogni spazio vettoriale un elemento "particolare" c'è: ). Dobbiamo accontentarci di meno, cioè della costruzione (intrinseca) dello spazio , e dunque in ultima analisi del fatto di poter associare ad ogni coppia di punti un vettore, , di .
Si noti come valga
Nella definizione astratta di uno spazio affine che stiamo per dare invertiremo il punto di vista: preassegneremo uno spazio vettoriale e l'associazione che determina un vettore data una coppia di punti di . Alcune proprietà, verificabili in modo geometrico intuitivo, che questa associazione aveva nel piano ordinario saranno ora prese come assiomi di partenza.
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