RIVOLUZIONE
La rivoluzione non euclidea è "una
rivoluzione scientifica, importante quanto la rivoluzione
copernicana in astronomia, la rivoluzione darwiniana in biologia,
o quanto la rivoluzione newtoniana o quella del secolo XX
in fisica, rivoluzione che è però di gran lunga
meno nota perché i suoi effetti sono stati più
indiretti: una rivoluzione nata dall'invenzione di un'alternativa
alla tradizionale geometria euclidea." [TR]
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GLI ELEMENTI
Il primo ad introdurre l'astrazione
in geometria fu Talete (600 a.C.); prima di lui "geometria"
[dal greco Geo, terra, e metrein, misurare] significava "agrimensura",
e gli enti geometrici non erano intesi in senso ideale, ma
come oggetti particolari, materiali, come campi, recinti..
Egli le concepì come forme astratte suscettibili di
trattazione puramente razionale con valore di universalità,
e scoprì un ORDINE nell'insieme di conoscenze geometriche,
regole pratiche e formule numeriche, tramandato da Babilonesi
ed Egizi che le avevano stabilite più o meno empiricamente,
studiando vari casi particolari.
Talete suggerì di fare della geometria un'attività
puramente speculativa, possiamo dunque far risalire al suo
tempo le origini della GEOMETRIA DEDUTTIVA.
Pitagora (570-495 circa) abbracciò questa concezione
della geometria e fondò a Crotone una comunità
di uomini e donne che manifestavano una profonda dedizione
per la matematica, concepita come vera e propria chiave di
lettura per la natura.
Sebbene la "comunità dei Pitagorici" ebbe
vita breve, le loro dottrine influenzarono il pensiero greco
molto a lungo, lasciando in eredità un modo di pensare
"rigoroso" grazie al quale vengono prima definiti
i termini, poi formulati i principi (avendo cura di non introdurre
ipotesi non esplicitate) ed infine dimostrati i teoremi utilizzando
la sola logica.
Nel V sec a.C., quando ancora la matematica non era una disciplina
rigorosa, i matematici avevano già elaborato lunghe
serie di teoremi geometrici che iniziavano da generalizzazioni
dell'esperienza (che naturalmente non erano dimostrate) e
in cui ogni teorema veniva dedotto, in modo non formale, da
quelli precedenti.
Ma perché non unire tutte queste catene deduttive in
un unico sistema, basato su un ristretto numero di generalizzazioni
dell'esperienza, capace di contenere una vasta gamma di conoscenze
geometriche elementari?
E' ciò che fece Ippocrate di Chio in un libro intitolato
ELEMENTI verso la fine del secolo, più o meno
all'epoca della dimostrazione della non- razionalità
di . A lui è dovuto il primo tentativo di esposizione
sistematica della geometria; il suo libro, che andò
perduto, costituiva il primo precedente degli ELEMENTI
di Euclide.
In seguito vennero formulati altri sistemi geometrici completi:
un libro di ELEMENTI fu scritto da un matematico
di nome Leone attivo attorno al 380 a.C.; un altro ELEMENTI,
poco posteriore, fu opera di Teudo di Magnesia, membro dell'Accademia
platonica.
Ad ognuno di questi sistemi ci si riferiva come agli ELEMENTI
e probabilmente ognuno si presentava come un miglioramento
dei precedenti.
Questa serie culminò con i famosi ELEMENTI
di Euclide, ultimati circa nel 300 a.C.. Essi costituiscono
un unico sistema deduttivo di 465 teoremi che contiene, oltre
ad un'enorme quantità di geometria elementare, numerosi
elementi di algebra e teoria dei numeri.
Gli ELEMENTI divennero il testo di riferimento di
geometria e ben presto eclissarono ogni tentativo di sistemazione
precedente.
Possiamo considerarlo il primo vero e proprio trattato di
matematica che ci sia pervenuto, ed il libro di testo di maggior
successo che sia mai stato scritto.
Gli ELEMENTI
di Euclide hanno avuto più di 1000 edizioni e sono
stati adottati fino al secolo scorso (e a volte ancora oggi).
Dal loro primo apparire essi rappresentano l'archetipo del
trattato scientifico.
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