Sezione: Discussione alla Weierstrass
D'ora in avanti assumeremo che la risultante delle forze
sia una funzione di classe
.
Ricaviamo
dalla legge di conservazione dell'energia:
dove il segno della radice è determinato come vedremo dalle condizioni iniziali.
Assegnate le condizioni iniziali
 |
(3.1) |
possiamo innanzitutto distinguere due casi:
-
-
Caso 1
Il segno della velocità iniziale
determina il fatto che all'istante
il moto sia diretto (nel verso positivo dell'asse
) o retrogrado (nel verso negativo di
). Possiamo dunque orientare l'asse
in modo che sia
.
Per continuità esiste
tale che
,
.
Allora
.
Poniamo ora
quindi
 |
(3.2) |
e
.
Osservazione 3.1
Poichè
non può essere negativa, gli intervalli di
in cui il moto è consentito sono quelli per cui si ha
, ossia
.
Tali intervalli potranno essere visualizzati tracciando il grafico della funzione
nel piano
e la retta orizzontale
: le regioni ammissibili di
saranno quelle dove il grafico di
sta al di sotto della retta
e tali tratti saranno finiti o infiniti a seconda che il corrispondente intervallo di
sia finito oppure no.
Esempio 3.1
Dato un potenziale come in fig.
3.1 notiamo che le regioni ammissibili sono solo quelle evidenziate in rosso.
Figura 3.1:
Regioni ammissibili di x
|
Osservazione 3.2
Per lo stesso motivo l'energia totale

può assumere solo i valori che soddisfano la condizione
inf
Esempio 3.2
Dato un altro potenziale come in fig.
3.2 che ammette un minimo assoluto
m notiamo che i valori ammissibili per

devono soddisfare la condizione
= m.
Figura 3.2:
Valori ammissibili
|
Dato
distinguiamo ora i casi:
- 1.1
-
- 1.2
-
t.c.
Caso 1.1
In questo caso si ha
, cioè il punto materiale ha velocità positiva quindi il moto è diretto
, cioè il punto si muove sempre nella direzione positiva dell'asse
.
Figura 3.3:
Moto unidimensionale lungo x
|
Sia ora
un punto arbitrariamente fissato sulla retta.
Calcoliamo il tempo
impiegato da
a raggiungere la posizione
.
Dalla 3.2 si ha:

cioè
Integrando da
a
otteniamo:
Assumendo per semplicità
troviamo
 |
(3.3) |
L'integrale al membro di destra di 3.3 è finito, in quanto la funzione integrande è continua su
e quindi limitata su
,
.
Questo ci permette di concludere che il punto
impiega un tempo finito a raggiungere una qualunque posizione sull'asse
a destra della configurazione iniziale. Quindi il moto di
si svolge secondo questa modalità: parte da
con velocità positiva e percorre tutto l'asse
di moto diretto senza mai fermarsi, raggiungendo prima o poi, in un tempo più o meno lungo (ma finito!) una qualunque postazione preassegnata.
Tale moto è detto aperiodico e, nel caso specifico, diretto.
Caso 1.2
Sia
min
il più piccolo valore di
in cui la
(e quindi la velocità) sia nulla.
Figura 3.4:
Moto unidimensionale lungo x
|
Per quanto visto nel caso 1.1 possiamo subito affermare che il punto materiale raggiunge tutte le posizioni precedenti a
in un tempo finito più o meno lungo; si ha infatti di nuovo
Essendo
il "`primo"' valore di
in cui
si annulla si avrà invece che il tempo
impiegato a raggiungere
è dato da un integrale generalizzato:
 |
(3.4) |
La convergenza di questo integrale dipende dalla molteplicità di
come radice di
.
Si distinguono perciò due ulteriori sottocasi:
- 1.2.1
è una radice multipla di
;
- 1.2.2
è una radice semplice di
.
Caso 1.2.1
Sia dunque
radice dell' equazione
di molteplicità
, ovviamente
,
. Poichè
per ipotesi possiamo allora scrivere
nella seguente forma:
 |
(3.5) |
con
,
.
Ricordando la 3.2 e la 3.5 si può scrivere
Dalla 3.4 si ha allora
 |
(3.6) |
L'integrale generalizzato 3.6 è divergente perchè la funzione integranda
è un infinito di ordine
rispetto all'infinito campione
per
.
Dunque
, cioè il punto materiale impiega un tempo infinito a raggiungere la posizione di ascissa
. In altre parole
non raggiunge di fatto
, se non asintoticamente, cioè al limite per
.
Concludiamo che nel caso di radice multipla si ha un moto asintotico verso il punto di ascissa
, a cui il punto si avvicina sempre più senza mai raggiungerlo.
Osservazione 3.3
Dalla
3.5 segue che se

è una radice di

essa è multipla se e solo se

, o equivalentemente

. Pertanto dal Teorema
3.1 si ha che una radice di

è multipla se e solo se è una configurazione di equilibrio.
Caso 1.2.2
Sia ora
radice semplice dell'equazione
, ciò significa che
 |
(3.7) |
per cui
, per
, può essere scritta come
 |
(3.8) |
con
,
.
Procedendo come prima, si ha
per cui, separando le variabili, ed integrando ambo i membri si ottiene
 |
(3.9) |
Anche questo è un integrale generalizzato, ma ora l' infinito è di ordine
, per cui l'integrale converge.
Dunque il punto impiega un tempo finito per raggiungere la posizione
e all'istante
si ferma,
.
Ci chiediamo così come si comporterà il punto materiale dopo l'istante di arresto
.
Per saperlo occorre studiare il segno di
.
Osserviamo che
Ossia l'accelerazione è esprimibile in funzione di
:
 |
(3.10) |
Figura 3.5:
Accelerazione
|
Allora dalla 3.8 si ha
 |
(3.11) |
Calcolando la 3.11 per
si ottiene, ricordando anche la 3.7,

e in particolare
in quanto
.
Ne segue che
è decrescente in un intorno di
, ed essendo
si avrà che esiste
tale che
.
In generale possiamo affermare che quando il punto materiale incontra una radice semplice, ed ha un istante di arresto, inverte la direzione del moto essendo l'accelerazione
diversa da zero. A questo punto lo studio del moto riprende ripetendo l'analisi già fatta e si arriva facilmente alle conclusioni che seguono
- se il punto materiale non incontra nessuna altra radice di
, ovviamente minore di
, prosegue percorrendo tutto l'asse
negativo senza mai fermarsi e da questo momento il moto diventa aperiodico (retrogrado) come nel caso 1.1;
- se il punto materiale incontra la radice multipla
, ovviamente
, allora tende asintoticamente alla posizione di ascissa
, come nel caso 1.2.1;
- infine se il punto materiale incontra la radice semplice
allora si ritorna al caso 1.2.2, cioè di nuovo si inverte il moto. Più precisamente dop aver raggiunto
all'istante
con
, il punto riparte con velocità positiva (riprende a percorrere l'asse
nel verso positivo) e ripassa dalla posizione iniziale
ad un istante
con velocità uguale alla velocità iniziale:
Assumendo ora
come istante iniziale il teorema di unicità del moto (Teorema di Cauchy 2.1), fissate le condizioni iniziali
,
, il punto ripete lo stesso tipo di moto che ha effettuato nell'intervallo
. Dunque il moto risulta periodico nell'intervallo
: il punto "`fa la spola"' indefinitamente fra i due punti
e
. Il periodo
del moto sarà dato dalla somma del tempo
impiegato per andare da
a
e del tempo
impiegato per ritornare da
a
. Tenendo conto del fatto che nel primo tratto per andare da
a
la velocità è negativa, mentre nel secondo tratto da
a
, la velocità è positiva, avremo:

e
Pertanto
così che
che è un integrale generalizzato in entrambi gli estremi ma è finito poichè
e
sono radici semplici di
, per quanto visto precedentemente.
Abbiamo così concluso lo studio del moto nel caso di
, vediamo ora il caso in cui
.
Caso 2
Il punto materiale ha velocità iniziale nulla,
.
Essendo
si avrà
e quindi
, cioè all'istante iniziale
il punto si trova in una posizione da ascissa
coincidente con uno degli zeri di
.
Il moto del punto per
dipende dal valore di
e abbiamo due sottocasi:
- 2.1
-
,
- 2.2
-
.
Caso 2.1
Se
, cioè il punto materiale ha un'accelerazione iniziale nulla, l'equazione di Newton 2.1 sarà
 |
(3.12) |
Dalla 3.12 segue che l'equazione del moto
ammette come unica soluzione
,
, soddisfacente i dati iniziali
 |
(3.13) |
Dunque il punto rimane immobile in
ad ogni istante successivo a quello iniziale, e
è una configurazione di equilibrio secondo la seguente definizione.
Definizione 3.1
si dice configurazione di equilibrio se, posto il punto materiale in
all'istante
con velocità nulla, ivi rimane ad ogni istante successivo.
In base a quanto ottenuto sopra possiamo enunciare il seguente teorema.
è una configurazione di equilibrio se e solo se

, o equivalentemente,

.
Caso 2.2
Se
, cioè il punto materiale ha un'accelerazione non nulla, si metterà in moto con velocità positiva (moto diretto) se
e con velocità negativa (moto retrogrado) se
.
Dimostriamo questa affermazione nel caso
. Nell'altro caso si procede in modo analogo.
Essendo
,
è crescente in
perciò
tale che
,
.
Ne segue che esiste
t.c.
Allora, poichè la funzione
non si annulla nell'intervallo
possiamo calcolare il tempo
impiegato dal punto a raggiungere la posizione
mediante l'integrale
 |
(3.14) |
che è un integrale generalizzato in
.
Tuttavia
è una radice semplice di
, poichè dalla 3.10 si ha
siccome per ipotesi
.
Allora, procedendo come nel caso 1.2.2 si ottiene che l'integrale 3.14 è convergente. Pertanto il punto impiega un tempo finito a raggiungere qualunque posizione
. Poichè per
la velocità
è non nulla, si può prender una qualunque di queste posizioni
come configurazione iniziale, con corrispondente velocità iniziale diversa da zero, e da questo istante per lo studio qualitativo del moto si può ripartire esattamente dal Caso 1.