Sezione: Elementi di calcolo vettoriale

Vettori variabili

Supponiamo di avere una funzione $ \vec{u}:\mathbb{R}\rightarrow\mathbb{R}^3$, cioè una legge che ad ogni $ \textit{t}\in\mathbb{R}$ associa uno e un solo vettore $ \vec{u}\in\mathbb{R}$. Allora diremo che $ \vec{u}(t)$ è un vettore varibile funzione di $ t$.
Naturalmente saranno funzioni di $ t$ le 3 componenti $ u_x(\textit{t}),\, u_y(\textit{t}),\,u_x(\textit{t})$ di $ \vec{u}(t)$ rispetto alla base $ (\vec{i},\vec{j},\vec{k})$.

Definizione 1.7   Fissati $ t_{0}\in\mathbb{R}$ e $ \vec{u_{0}}\in\mathbb{R}^3$ si dice che $ \vec{u_{0}}(t)$ è il limite di $ \vec{u}(t)$ per $ t$ che tende a $ t_{0}$ e si scrive

$\displaystyle \lim_ {t \rightarrow + t_0} \vec{u}(t) =\vec{u_{0}}$ (1.1)

se $ \lim_ {t \rightarrow + t_0} \vert\vec{u}(t)-\vec{u_{0}}\vert =0$.

Poichè $ \forall \, \vec{a}\in\mathbb{R}^3$ si ha che

$\displaystyle \vert a_x\vert\leq\vert\vec{a}\vert,\,\,\,\,\vert a_y\vert\leq\vert\vec{a}\vert,\,\,\,\,\vert a_z\vert\leq\vert\vec{a}\vert$

è immediato verificare che $ \lim_ {t \rightarrow + t_0} \vec{u}(t) =\vec{u_{0}}$ se e solo se

$\displaystyle \left\{\begin{array}{ll}
\lim_ {t \rightarrow + t_0} u_{x}(t) ={...
... \\
\lim_ {t \rightarrow + t_0} u_{z}(t) ={u_{0z}} \\
\end{array}\right.
$

Possiamo ora definire la derivata di un vettore.

Definizione 1.8   Chiamiamo derivata del vettore $ \vec{u}(t)$ rispetto a $ t$ in $ t_0\in\mathbb{R}$ il seguente limite

$\displaystyle \vec{u}^{\,'}(t_{0})= \frac{d\vec{u}}{dt}(t_0)= \lim_ {h \rightarrow + 0} \frac{\vec{u}(t_{0}+h)-\vec{u}(t_0)}{h}$

se esiste come vettore in $ \mathbb{R}^3$.

Dall'osservazione che segue la Definizione 1.8 si ha il seguente

Teorema 1.1
  Le componenti della derivata di un vettore, valgono le derivate delle sue componenti.

Dimostrazione. I vettori che si usano in meccanica ammettono sempre almeno la derivata di secondo ordine. Siano $ \vec{u}$ e $ \vec{v}$, vettori variabili (per brevità si omette la dipenenza da $ t$), si ha:
(i)
$ \displaystyle\frac{d(\vec{u}\cdot\vec{v})}{dt}=\frac{d\vec{u}}{dt}\cdot\vec{v}+\vec{u}\cdot\frac{d\vec{v}}{dt}$ ;
(ii)
$ \displaystyle\frac{d(\vec{u}\times\vec{v})}{dt}=\frac{d\vec{u}}{dt}\times\vec{v}+\vec{u}\times\frac{d\vec{v}}{dt}$ ;
(iii)
$ \displaystyle\frac{d(m\vec{v})}{dt}=\frac{dm}{dt}\vec{v}+ m\frac{d\vec{v}}{dt}$, $ \forall \, m\in\mathbb{R}$.
$ \qedsymbol$

Osservazione 1.3   Se il vettore $ \vec{u}$ è costante in modulo, eventualmente variabile in direzione e verso, si ha

$\displaystyle \frac{d\vec{u}}{dt}\cdot\vec{u}=0$

cioè la derivata di un vettore costante in modulo è perpendicolare al vettore stesso, se $ \vec{u}\neq0$ e $ \displaystyle \frac{d\vec{u}}{dt}\neq0$.

Se poi il vettore $ \vec{u}$ è funzione di una variabile numerica $ s$, a sua volta funzione della variabile $ t$, sicchè $ \vec{u}$ risulta funzione composta di $ t$, $ \vec{u}=\vec{u}(s(t))$, si ha

$\displaystyle \frac{d\vec{u}}{dt}=\frac{ds}{dt}\cdot\frac{d\vec{u}}{ds}.$ (1.2)

Consideriamo ancora la variabile $ t$ e supponiamo che ad ogni suo valore corrisponda la posizione di un punto $ P$ dello spazio.
Diremo che il punto $ P$ è funzione di $ t$ e scriveremo

$\displaystyle P=P(t).$

Se $ o$ è un punto dello spazio non dipendente dal tempo, chiameremo derivata di $ P$ rispetto a $ t$ la derivata del vettore $ P(t)-O$, e tale derivata non dipende da $ O$.
Se $ P-O=x\vec{i}+y\vec{j}+z\vec{k}$ si ha

$\displaystyle \frac{dP}{dt}=\frac{d(P-O)}{dt}=\frac{dx}{dt}\vec{i}+\frac{dy}{dt}\vec{j}+\frac{dy}{dt}\vec{k}\;,$

cioè le componenti della derivata di un punto sono le derivate delle sue coordinate.

Se poi $ P$ è funzione di un parametro $ s$ a sua volta funzione di $ t$, si ha, per la 1.2,

$\displaystyle \frac{dP}{dt}=\frac{d(P-O)}{dt}=\frac{ds}{dt}\frac{d(P-O)}{ds}=\f...
...c{i}+\frac{dy}{ds}\frac{ds}{dt}\,\vec{j}+\frac{dz}{ds}\frac{ds}{dt}\,\vec{k}\;.$

Avendo introdotto la nozione di derivata di un punto possiamo ora parlare di velocità.