Rette parallele? > La questione delle rette parallele
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La questione delle parallele |
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Consideriamo una
retta r fissa ed una retta s che può
ruotare in senso antiorario attorno al punto P.
Indichiamo con Q il punto in cui r ed s
si intersecano.
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Man mano che la retta s ruota
in senso antiorario si vede che il punto Q si allontana
verso destra sulla retta r.
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Il punto Q si muove con continuità
su r: piccole rotazioni di s determinano
piccoli spostamenti di Q (e viceversa).
Q assume dunque via via tutte le posizioni possibili
su r, ovvero passa per tutti i suoi punti.
Al ruotare della retta s, Q si allontana sempre di
più fino ad arrivare ad una (e una sola) situazione
in cui sembra proprio che le due rette non si intersechino
e che quindi Q non esista. In questa situazione le
due rette si dicono parallele .
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Continuando a ruotare s
ci accorgiamo che il punto Q ricompare su r,
questa volta però Q è a sinistra, e le
due rette riprendono ad intersecarsi. |
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Nella geometria euclidea si assume,
assecondando l'intuizione, che sia una sola
la retta parallela ad r passante per P (punto non
appartenente ad r), ovvero che ci sia una sola
situazione in cui r ed s non si incontrano.
Tale assunzione non è altro che il V postulato di
Euclide.
Ma cerchiamo di andare oltre e di non lasciarci condizionare
dalla nostra intuizione di rette parallele!
Il punto Q ha un comportamento molto strano: si
muove con continuità su r allontanandosi "all'infinito"
verso destra per poi ricomparire improvvisamente "infinitamente"
lontano da sinistra, riprendendo il suo movimento continuo
su r.
Cosa succede a Q quando lo perdiamo di vista?
Proviamo ad immaginare che esista un punto all'infinito,
comune alle rette r ed s, che chiamiamo
Q*.
Questo consentirà a Q di evitare la discontinuità
che abbiamo osservato prima, facendo da ponte tra l'"infinitamente"
lontano a destra e l'"infinitamente" lontano a
sinistra.
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In questo modo cambiano molte cose,
le rette infatti si comportano come delle curve chiuse e,
in particolare, due rette si incontrano sempre; non esistono
dunque rette parallele.
Potremmo visualizzare una retta come nella figura che segue,
simile ad una circonferenza.
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Abbiamo appena ottenuto un modello
non euclideo della retta. Tutte le rette tra loro parallele
hanno in comune uno stesso punto all'infinito e rette con
diversa direzione individuano diversi punti all'infinito.
Immaginando l'esistenza di Q* siamo finiti in un
"piano" che, con i suoi punti all'infinito, è
diventato "curvo" e chiuso.
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Non approfondiremo in
questa trattazione questo modello di piano, che prende il
nome di piano proiettivo, ma chi fosse interessato ad una
conoscenza un pò più precisa della geometria
proiettiva può consultare il sito ...
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