Geometria di Riemann > Geometria ellittica e fisica
moderna
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La
geometria ellittica e la fisica moderna
A partire dalla pubblicazione del saggio di Riemann, vennero
intraprese diverse ricerche nel campo della matematica pura
e della fisica matematica che fanno uso del concetto di varietà.
In particolare, si indagò sulla possibilità
di estendere alcune discipline classiche della fisica matematica
agli spazi a curvatura non nulla, nella speranza di trovare
nuove soluzioni ai problemi rimasti irrisolti. La condizione
indispensabile per queste ricerche era la necessità
di esprimere le equazioni fondamentali della fisica matematica
in una notazione generale che restasse valida per ogni tipo
di spazio, euclideo e non. Da queste ricerche nasceva la nozione
di tensore e di calcolo tensoriale elaborata da Ricci-Curbastro
e Levi-Civita verso la fine del secolo. Intorno al 1912, Einstein
si servì degli strumenti matematici elaborati da Gauss,
Riemann, Levi-Civita e Ricci-Curbastro per elaborare la teoria
della relatività generale. Nella conferenza di Kyoto
del 1922, Einstein affermò:
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Se
tutti i sistemi sono equivalenti allora la geometria
euclidea non può valere in ciascuno di essi.
Abbandonare la geometria e conservare le leggi fisiche
è come descrivere i pensieri senza parole. Bisogna
cercare le parole prima di poter esprimere i pensieri.
Che cosa si doveva cercare a questo punto? Tale problema
rimase insolubile per me fino al 1912, quando all'improvviso
mi resi conto che la teoria di Gauss delle superfici
forniva la chiave per svelare questo mistero. Compresi
che le coordinate di una superficie di Gauss avevano
un profondo significato. Non sapevo però a quell'epoca
che Riemann aveva studiato i fondamenti della geometria
in maniera ancora più profonda. [...] Mi resi
conto che i fondamenti della geometria avevano un significato
fisico. Quando da Praga tornai a Zurigo, vi trovai il
matematico Grossmann, mio caro amico: da lui appresi
le prime notizie sul lavoro di Ricci e in seguito su
quello di Riemann. |
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La
geometria ellittica possiede un'interpretazione particolarmente
importante nello spazio fisico, fornendo il quadro matematico
per la teoria della relatività generale. |
Einstein
nella sua teoria suppone che la curvatura dell'universo sia
influenzata dalla massa degli oggetti contenuti. Più
un oggetto è denso, maggiore sarà la curvatura
e quindi in quel punto lo spazio sarà più "spigoloso".
Nei pressi della Terra questo fenomeno non è osservabile,
ma già lo spazio nei pressi del Sole è sufficientemente
curvo da deviare leggermente i raggi delle stelle che lo attraversano.
Il fenomeno che si osserva è un apparente spostamento
delle stelle dalla loro consueta posizione.
I corpi celesti più interessanti in questo campo sono
i Buchi Neri, la cui origine è
data da una stella massiccia che termina la sua vita in un
corpo dalla densità e massa altissime, tali da trattenere
la luce che emette. La teoria di Einstein prevede che lo spazio
intorno ad un buco nero sia così deformato da provocare
fenomeni molto strani. Per esempio, un raggio di luce che
passasse alla distanza di una volta e mezzo il raggio dell'orizzonte
degli eventi (limite oltre il quale nemmeno la luce può
sfuggire) si fermerebbe su un'orbita intorno all'oggetto,
se passasse più vicino formerebbe una curva molto stretta,
simile ad una parabola, se passasse invece più lontano
formerebbe una curva un po’ più larga. Si può
notare che, se i raggi di luce rappresentano le rette, lo
spazio intorno al buco nero è fortemente curvato, ed
è descrivibile solo con una geometria non euclidea.
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Geometria iperbolica
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