Gli Elementi, breve introduzione storica |
Il periodo
in cui visse Euclide, circa il
300 a.C., è caratterizzato da cambiamenti politici e sociali che
influenzarono le filosofie e lo sviluppo delle scienze nell'area del regno
di Alessandro Magno. Con le conquiste di Alessandro l'Asia Minore, la Persia
e l'Egitto caddero sotto l'egemonia militare dei Greci. Alla sua morte
l'impero fu diviso in una serie di regni militari e le dinastie più
potenti si installarono in Egitto, Siria e Macedonia. Questi avvenimenti
favorirono scambi commerciali e quindi l'incontro e la fusione fra la cultura
greca e quelle orientali e furono causa di cambiamenti della vita politica
e della cultura in Grecia. Di conseguenza cambiò anche il modo di
rapportarsi alle scienze studiate all'epoca.
Euclide fu
uno dei primi matematici vissuti in questo periodo e diede le basi dello
sviluppo della matematica alessandrina riorganizzando i risultati ottenuti
dai matematici del periodo classico.
Le conquiste
da parte dei Macedoni, popolazione greca che viveva nella regione settentrionale
del paese, furono iniziate nel 322 a.C. da Filippo II di Macedonia ( per
esempio Atene fu presa nel 336 a.C. ). Alessandro Magno, figlio di Filippo,
assunse il comando dopo di lui e conquistò la Grecia, l'Egitto e
il Vicino Oriente fino ai confini dell'India, a est, e, a sud fino alle
cataratte del Nilo. La principale città costruita durante le conquiste
fu Alessandria d'Egitto fondata nel 332 a.C. come capitale del regno.
Figura 1. Estensione delle conquiste di Alessandro
Magno
Alessandro
vagheggiava per il suo nuovo impero una cultura cosmopolita. Poiché
l'unica altra civiltà di spicco era quella persiana, Alessandro
cercò di fonderle insieme sposando Statira, figlia del re persiano
Dario e costrinse un centinaio dei suoi generali e diecimila dei suoi soldati
a prendere in moglie donne persiane, inoltre trasportò coloni di
tutte le nazioni nelle varie città che aveva fondato. Alessandro
morì nel 323 a.C. prima di aver completato la capitale e ancora
impegnato in altre conquiste.
Dopo la sua
morte i suoi generali combatterono fra di loro per la conquista del potere.
Dopo decenni di instabilità politica l'impero fu diviso dai generali
greci in tre parti indipendenti. Antigono e Cassandro governarono a turno
l'impero antigonide situato in Macedonia, Seleuco e Lisimaco si contesero
la Siria e l'Oriente e Tolomeo governò il terzo impero, l'Egitto.
La Grecia antigonide e la Macedonia caddero gradualmente sotto il dominio
romano e persero di importanza dal punto di vista dello sviluppo della
matematica.
Le principali
creazioni successive a quelle del periodo classico furono ottenute nell'impero
tolemaico, e principalmente ad Alessandria. I re dell'Egitto erano dei
Greci sapienti e portarono avanti il piano di Alessandro di costruire un
centro culturale ad Alessandria. Tolomeo Sotere e i suoi successori erano
consapevoli dell'importanza culturale delle grandi scuole greche come quelle
di Pitagora, Platone e Aristotele. Questi sovrani invitarono quindi ad
Alessandria studiosi provenienti da tutti i centri culturali esistenti
e li sovvenzionarono con fondi statali. Intorno al 290 a.C. Tolomeo Sotere
costruì un centro in cui gli studiosi potevano studiare e insegnare.
Questo edificio,
dedicato alle muse, divenne noto come il Museo e ospitò poeti, filosofi,
astronomi, geografi, medici, storici, artisti e i più famosi matematici
della civiltà alessandrina.
Tabella 1.
Tabella 2.
I Tolomei
proseguirono anche il piano di Alessandro di favorire l'integrazione dei
popoli, così Greci, Persiani, Etiopi, Arabi, Romani, Indiani e Ebrei
arrivavano ad Alessandria e si mescolavano fra loro liberamente. La civiltà
in Egitto fu ulteriormente influenzata dalle conoscenze portatevi dai mercanti
e dalle speciali spedizioni organizzate dagli studiosi per raccogliere
informazioni sulle altre parti del mondo, di conseguenza furono molto allargati
gli orizzonti culturali.
I lunghi
viaggi per mare richiedevano una più approfondita conoscenza della
geografia, dei metodi per misurare il tempo e delle tecniche di navigazione,
mentre la competizione commerciale generava un interesse per i materiali,
per l'efficienza della produzione e per il miglioramento delle capacità
tecniche. La scienza pura continuava ad essere perseguita, ma erano molto
coltivate le sue applicazioni.
Il lavoro
degli studiosi del Museo era diviso in quattro dipartimenti: letteratura,
matematica, astronomia e medicina. Poiché due di questi erano matematici
e la medicina, attraverso l'astrologia, comprendeva un po' di matematica,
è chiaro che la matematica occupava una posizione predominante nel
mondo alessandrino. Per quanto si possa pensare alla matematica come scienza
pura che non risente degli eventi che condizionano gli uomini, la nuova
civiltà ellenistica produsse una matematica dai caratteri completamente
diversi da quelli della matematica del periodo classico (vedi Tabella 1.
e Tabella 2. per una lista dei principali matematici dei due periodi).
Euclide organizzò
i risultati del periodo classico, anche Apollonio organizzò ed estese
la matematica greca classica. Gli altri grandi matematici alessandrini,
come Archimede, Eratostene, Ipparco, Nicomede, Erone, Menelao, Tolomeo,
Diofanto e Pappo, continuarono a esibire il genio greco per la matematica
teorica e astratta, ma con delle differenze molto profonde.
La geometria
alessandrina si dedicava soprattutto alla ricerca di risultati utili per
il calcolo di lunghezze, aree e volumi. Inoltre i Greci classici, non avendo
riconosciuto lo stato di numeri agli irrazionali, avevano prodotto una
geometria puramente qualitativa. Gli Alessandrini, invece, seguendo la
pratica dei Babilonesi, non esitarono a usare gli irrazionali
e di fatto attribuirono liberamente dei numeri alle lunghezze, alle aree
e ai volumi. Il vertice di questo tipo di lavoro fu lo sviluppo della trigonometria.
Gli alessandrini diedero anchevigore all'aritmetica e all'algebra e si
dedicarono attivamente alla meccanica e diedero importanti contributi allo
studio dei fenomeni luminosi, della geografia matematica e dell'astronomia.
Euclide appartiene al primo periodo alessandrino e, sebbene avesse riceuto
la propria educazione nell' Accademia Platonica, visse ad Alessandria intorno
al 300 a.C. dove, fortemente voluto da Tolomeo, proseguì i suoi
studi e insegnò nel Museo; a lui non viene attribuita nessuna nuova
scoperta, e la sua fama era dovuta alle sue capacità espositive.
Le notizie sulla sua biografia sono molto scarse e sulla sua indole
sono stati tramandati due aneddoti; uno narra che alla richiesta da parte
di Tolomeo di una facile introduzione alla geometria, Euclide abbia fermamente
replicato che "non esiste nessuna strada regia che porti alla geometria",
e l'altro racconta che, quando un allievo gli chiese che utilità
avesse lo studio della geometria, Euclide si rivolse al suo schiavo dicendogli
di dare una moneta all'allievo "perché ha bisogno di trarre guadagno
da ciò che impara".
Gran parte dell'opera di Euclide consisteva nella riorganizzazione delle
scoperte dei matematici greci del periodo classico; ciò risulta
chiaro se ne vengono paragonati i contenuti con ciò che si sa dei
risultati ottenuti in precedenza. Oltre agli "Elementi", Euclide fu autore
di una dozzina di trattati che coprivano vari argomenti, dall'ottica all'astronomia,
dalla musica alla meccanica, sino a un libro sulle sezioni coniche; di
questi sono pervenuti a noi solo dei frammenti. Le opere di Euclide sono
i più antichi trattati matematici greci che ci siano rimasti per
intero.
"Gli
Elementi" di Euclide è un'opera di 13 libri contenenti 465 teoremi,
che non include soltanto risultati di geometria elementare, ma anche di
ciò che oggi chiameremmo algebra e teoria dei numeri. Per la sua
impostazione e il rigore logico, Gli Elementi divennero il testo
di geometria di riferimento dell'epoca ed è inoltre considerato
il più antico esempio di sistema
assiomatico.
Risalente al 300 a.C., gli Elementi
non erano, come talvolta si è pensato, un compendio di tutte le
conoscenze matematiche del tempo; era, invece, un manuale introduttivo
che abbracciava tutta la matematica elementare del tempo. Per questo motivo
è complicato stabilire quali siano stati effettivamente i risultati
scritti da Euclide.Tale difficoltà aumenta se si pensa che la versione
attuale è il risultato di trascrizioni e rivisitazioni. Per l'importanza
che subito acquistò, il testo fu molto richiesto, così molte
copie furono trascritte a mano e quindi già diverse da altre fedeli
al libro. Probabilmente si aggiunsero ulteriori modifiche quando la distribuzione
delle copie (copie di copie di copie...), riguardò tutta l'area
del Mediterraneo, e così nel corso dei secoli, il testo subì
molti cambiamenti.
Questo fenomeno
non era sempre casuale, in altre parole, poteva capitare che fossero deliberatamente
apportate delle "migliorie", come quando Teone di Alessandria, vissuto
nella seconda metà del IV secolo d.C. circa 700 anni dopo Euclide,
ne semplificò il linguaggio, aggiunse dei passaggi alle dimostrazioni
e inserì alcuni teoremi secondari.
Circa 400
anni dopo Teone, una copia del suo manoscritto (o una copia di una copia...),
fu tradotta in arabo. Intorno al 1120 una copia del testo arabo (o una
copia di una copia...), fu tradotta in latino dal filosofo inglese Adelardo
di Bath.
Nel 1270
la traduzione di Adelardo fu rivista alla luce di altre fonti arabe (derivate
da altre versioni greche del manoscritto di Teone), dallo scienziato Campano
di Novara; questa versione fu stampata a Venezia nel 1482, quindi
dalla versione di Euclide passarono circa 1800 anni.
Successivamente
furono ritrovate altre versioni greche del manoscritto di Teone e
una copia greca probabilmente precedente a questo. Basandosi su queste
fonti, il filologo danese Johan L. Heiberg nel 1880 scrisse una versione
in Greco e nel 1908 lo storico Sir Thomas L. Heat la tradusse in Inglese.
La prima versione italiana è dovuta al matematico Federigo Enriques
e risale al 1935.