Storia delle equazioni
Babilonesi
Un
passaggio importante e riconosciuto nelle origini dell’algebra è
scritto dalla matematica babilonese. Sull’esempio dei problemi
egiziani, anche per l’esperienza dei Babilonesi è più corretto
parlare di risoluzioni algebriche.
“Sarebbe
azzardato affermare che una forma sufficientemente progredita di
algebra nacque tra il Tigri e l’Eufrate, almeno se consideriamo la
necessità di una espressione simbolica delle tecniche
algebriche”.(G.T.Bagni)
(tavoletta babilonese)
Tuttavia va ricordato il livello raggiunto dall’algebra in Mesopotamia: molto più alto di quello d’Egitto. I Babilonesi erano capaci di risolvere equazioni e sistemi di equazioni di grado superiore al primo e al secondo…
Le abilità: tabulazioni, calcoli, problemi ed incognite
I documenti più significativi delle abilità matematiche dei Babilonesi sono delle tavolette in terracotta, in scrittura cuneiforme, nelle quali si trovano molte raccolte di calcoli aritmetici e la descrizione di algoritmi e problemi aritmetici e geometrici.
Interessante una tabulazione dei valori di n3 + n2 per valori interi di n. Questa tabella raccoglie le informazioni numeriche grazie alle quali si risolvevano equazioni di terzo grado.
Tra le abilità: - trasposizione di termini di un’equazione- rimuovere frazioni, eliminare fattori- forme semplici, notevoli, fattori comuni
Avevano il concetto di incognita, per cui non usavano lettere ma parole come “lunghezza”, “area”, “ volume”.
(tavoletta babilonese)
La risoluzione
Come mostra la loro natura i problemi, le incognite, i calcoli e le soluzioni avevano un forte significato pratico, la loro risoluzione tramite equazioni o sistemi di equazioni aveva un forte significato utilitario. Ma è del tutto possibile che la trattazione di tutto avesse in realtà un senso molto astratto. I Babilonesi, infatti, sapevano trattare insieme lunghezze, superfici e volumi, facendo perdere di significato concreto le loro incognite: “tali problemi, presi alla lettera, non potevano avere alcuna applicazione pratica nella misurazione”(G.T.Bagni).
Tra i metodi: la falsa posizione, i calcoli, la soluzione geometrica.
Il terzo grado
Nelle tavolette babilonesi si trovano parecchi esempi di equazioni cubiche. Venivano risolte consultando le tavole dei cubi e delle radici cubiche, calcate su una gamma di valori interi, per così dire notevoli. Se non si trovava il valore atteso si ricorreva ad approssimazioni. Interessante è notare l’esistenza di una forma “normale” babilonese
x3 + x2 = 4,12
risolta usando le tabulazioni di n3 + n2 . A tale forma veniva ricondotta ogni equazione cubica della forma
ax3 + bx2 = c.
L’algebra babilonese raggiunge così uno straordinario livello “di astrazione”; anche le equazioni di grado superiore al terzo potevano essere risolte… sono alcune equazioni particolare, come equazioni di quarto, ottavo grado
ax4 + bx2 = c e ax8 + b x4 = c
che venivano riconosciute come equazioni di secondo grado in x2 e x4.
“I risultati algebrici raggiunti dai babilonesi sono ammirevoli, ma le motivazioni che stanno alla base delle loro ricerche non sono facilmente percepibili. Si è comunemente supposto che virtualmente tutta la scienza e la matematica pre-elleniche fossero premente utilitaristiche.”(C.B.Boyer)
Ma dalle osservazioni sugli stessi passaggi algebrici nelle risoluzioni si nota come la natura pratica dei problemi perde significato. Oltre a contare e misurare “i popoli più antichi sapevano in realtà risolvere problemi che […] sono pensabili come problemi algebrici.”(R. Franci – L.Toti Rigatelli)Ancora, lo storico Silvio Maracchia vede nelle civilità pre-elleniche un “promettente sviluppo autonomo dell’algebra”, a breve “subordinato alla più potente geometria”.