A
differenza delle altre discipline, la teoria matematica delle
probabilità ha una
data di origine chiaramente riconoscibile: il 1654 in Francia.
Naturalmente
come ogni cosa profonda, essa non nasce dal nulla ed è
chiaramente
riconoscibile un periodo di gestazione: un contributo particolarmente
importante, dove sono riconoscibili molti elementi che si ritrovano poi
nella
teoria della probabilità, è il libro sui giochi Liber de
Ludo Aleae scritto
da Cardano nel 1520, ma pubblicato soltanto molto tempo dopo nel 1663.
Pascal risolse il problema postogli
dal de Mèrè provando anche che con 25 lanci il
gioco sarebbe allora stato
favorevole alla casa. Da quel momento Pascal cominciò ad
occuparsi di altri
problemi probabilistici coinvolgendo un grandissimo matematico
dell'epoca
Pierre de Fermat. Insieme svilupparono i primi elementi della teoria
delle
probabilità. Presto altri grandi pensatori dell'epoca se ne
cominciarono ad interessare,
Huygens, Leibnitz, Bernoulli e per la fine del XVII secolo molte idee e
concetti probabilistici avevano ormai preso corpo. La teoria
conobbe un grande sviluppo nel XX secolo, quando Kolmogorov nel 1933
(A.N.
Kolmogorov, Foundations of the Theory of Probability,
Second English
Edition, Chelsea, 1956)
introdusse
l’approccio assiomatico che ancora oggi ne costituisce il
fondamento.
La
probabilità è ora una vera e propria disciplina
matematica al pari dell'aritmetica,
della geometria, dell'algebra o dell'analisi. Ha il suo corpo autonomo
di concetti,
di idee e ci sono matematici che si occupano solo di essa.
A cosa serve? Sicuramente i bravi giocatori di poker ancora oggi la utilizzano e serve per capire a fondo la struttura dei vari giochi di azzardo; ma ha sicuramente applicazioni ben più importanti. La fisica moderna si fonda per molti aspetti su di essa: la descrizione di sistemi complessi come un gas, un fluido, è affidata a modelli probabilistici, mentre nella meccanica quantistica, la probabilità è il linguaggio stesso in cui si scrivono le leggi della natura. La probabilità ha applicazioni nella biologia, nell'economia, nelle scienze finanziarie. Infine essa ha importantissime applicazioni nelle telecomunicazioni ed è alla base dei risultati scientifici che hanno permesso la rivoluzione tecnologica digitale degli ultimi anni. La probabilità è uno strumento formidabile per indagare il mondo che ci circonda. Essa è tuttavia entrata ancora molto poco nella cultura generale e questo ha conseguenze abbastanza serie.
Il ragionamento probabilistico
interviene ogni volta che effettuiamo o assistiamo ad un esperimento il
cui esito non sia completamente determinato a priori e che possa avere
un certo numero di
diversi risultati. Ad esempio, se lanciamo una moneta essa
può atterrare
lasciando in vista le due facce (le vecchie testa o croce) e non siamo
in grado
di predeterminare in anticipo la faccia che rimarrà in
vista. Similmente nel
lancio del dado a 6 facce, vi sono 6 possibili risultati distinti.
Tutti i
giochi d'azzardo si fondano proprio sul principio di avere
più risultati
possibili non prevedibili.
A ben pensarci, la nostra vita di tutti i giorni è costellata da considerazioni di natura probabilistica, anche se non necessariamente formalizzate come tali. Sia che abbiamo o non abbiamo competenze matematiche, spesso valutiamo e confrontiamo le probabilità, a volte senza rendercene conto, soprattutto quando si prendono decisioni. Sono esempi di ciò la valutazione, nell’uscire di casa la mattina, della possibilità che piova o meno nel corso della giornata (per decidere se prendere o no l’ombrello), la rinuncia a partecipare ad una gara o un concorso “perché non ho possibilità di farcela”, le previsioni del tipo “la squadra X ha ormai vinto al 90% il campionato”, le statistiche che ci informano sulle probabilità di morte per il fumo o per il mancato uso delle cinture di sicurezza in caso di incidente stradale, per non parlare delle speranze di vincita in giochi e lotterie. In tutte le situazioni di
incertezza, si tende in sostanza a dare una
“misura” dell’incertezza che, sia
pur indicata con vari termini, esprime il significato intuitivo della
“probabilità”. Il fatto che la
probabilità abbia un significato intuitivo
comporta anche che lo stabilirne le regole può, entro certi
limiti, essere
guidato dall’intuizione. Tuttavia l’affidarsi
completamente all’intuizione può
portare a conclusioni scorrette.
Le probabilità non sono solo semplici numeri collegati oggettivamente o soggettivamente agli eventi, come potrebbe sembrare, e il loro calcolo è molto incline agli errori qualitativi o quantitativi, in assenza di una corretta conoscenza. Nel secolo XX ebbe anche grande impulso la Statistica, che del Calcolo delle Probabilità rappresenta in un certo senso il “braccio operativo”, studiando come combinare le probabilità che misurano l’incertezza relativa ad un certo fenomeno con le osservazioni sperimentali del fenomeno stesso. |