UNO STRUMENTO PER FAR DI CONTO:
L’ABACO.
La parola “abaco” viene dal semitico abaq, che
significa "polvere", "sabbia", infatti
gli abaci più antichi erano tavoli ricoperti da un sottile strato di
sabbia sui quali con uno stilo si segnavano i calcoli. Non si sa quale popolo
abbia inventato questa potente macchina calcolatrice,
forse i babilonesi; fra gli esemplari a nostra disposizione (Maya, Egiziani,
Cinesi, Romani...) i più antichi hanno più di 2000 anni.
L'abaco a gettoni, usato in varie forme
prima dai Greci, poi dai Romani e rimasto in uso in
Europa fino al 1700.
E
I gettoni sono qui fissati scorrevoli in delle
scanalature. Qual è l’idea? Si tratta di una tavola divisa in colonne ove si
pongono dei gettoni. Le varie colonne rappresentano le potenze del 10, ed ogni
gettone postovi rappresenta una unità di quella
potenza.
Nell'esempio in figura si vede come rappresentare il numero
120512.
Una forma più evoluta dell'abaco è il pallottoliere, rimasto in uso efficacemente in Russia, Cina e Giappone fin dopo la II guerra mondiale (dopo la guerra, in uno scontro di prova fra un contabile giapponese con un pallottoliere ed uno americano con una calcolatrice, il giapponese vinse sia in velocità che in precisione).
E’ da notare che su questi abaci le somme e sottrazioni
vengono eseguite aggiungendo o togliendo il numero di
palline corrispondenti all’addendo o al minuendo (la sottrazione va svolta da
destra verso sinistra,“spicciolando” una pallina in dieci dell’unità inferiore
se necessario). Le moltiplicazioni si svolgono eseguendo prima le moltiplicazioni pr potenze di dieci e poi per come somme
ripetute, ad esempio per moltiplicare 123 per 34 si sommerà 3 volte 1230
e poi 4 volte 123.
Notiamo che in tutti questi abaci, la presenza di 13
(talvolta 15) file di palline significa che si è in grado di eseguire conti con
cifre fino a 1012 e cioè
nell’ordine delle migliaia di miliardi!