Fu il
matematico più prolifico della storia al punto che i suoi
contemporanei lo chiamavano " l'analisi incarnata".
Curiosamente la sua carriera di matematico ebbe inizio nell'anno
della morte di Newton, in un periodo in l'algebra e la trigonometria
erano in fase di organizzazione ed estensione.
Si occupò, oltre che di matematica, di teologia (suo padre
desiderava che allo studio di questa disciplina dedicasse la sua
vita), medicina, fisica e geografia.
Terminati quindi gli studi di teologia ottiene il brevetto di professore all'età di 17 anni (siamo nel 1724) e realizza il suo primo lavoro originale all'età di 19 anni. Nel 1727 è a Pietroburgo come aggiunto alla sezione di medicina dell'Accademia , passa in seguito a quella di matematica durante il periodo di disordine generale causato dalla morte di Caterina I.
Siamo nel 1740 quando, su invito di Federico II "Il Grande", E. si trasferisce a Berlino, dove rimarrà fino all'età di 59 anni, per entrare all'Accademia. Torna quindi a Pietroburgo (all'età di 59 anni) coperto di onori, e qui viene colpito da cataratta che lo rende completamente cieco per gli ultimi 17 anni della sua vita. Tuttavia la cecità non nuoce alla sua fecondità matamatica, che sembra addirittura accresciuta in seguito a questo evento, ha così modo di completare e puntualizzare molti risultati matematici rimasti fino ad allora incompiuti.