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- La
matematica non è soltanto quel complesso di regole e operazioni
che ci aiutano nella vita pratica di ogni giorno, e nemmeno soltanto un
insieme astratto di concetti da imparare per non prendere un brutto
voto a scuola. La matematica è anche un universo pieno di magia:
sotto i più comuni ragionamenti matematici, che facciamo
quotidianamente senza pensarci, si nascondono delle implicazioni
sorprendenti.
- Ennio Peres
Spesso nella vita quotidiana
affrontiamo scelte di cui non sappiamo prevedere le conseguenze. La parte della
matematica che si occupa di razionalizzare le interpretazioni dei
fenomeni casuali, invece che affidarsi a pregiudizi, a superstizioni o
al fato, è detta calcolo delle
probabilità.
Il calcolo delle probabilità è uno strumento essenziale
per la statistica. Esso dà una risposta a quello che possiamo
considerare come il problema inverso di quello della statistica
inferenziale. Mentre la statistica cerca di determinare tramite la
conoscenza dei risultati di un esperimento (o più esperimenti)
quali siano le caratteristiche della popolazione su qui l'esperimento
è stato eseguito, nel calcolo delle probabilità si assume
che tutte le caratteristiche della popolazione siano note (senza
preoccuparsi di come ciò sia possibile) e si vuole calcolare a
priori la "probabilità" che un esperimento abbia un determinato
risultato.
In
matematica in particolare, ma anche in gran parte delle altre discipline,
affrontare un problema comporta il saperlo vedere dal punto di vista
migliore o il saperlo trasformare in un problema sostanzialmente
equivalente ma che abbia forma o metta meglio in evidenza
collegamenti a concetti e procedure o … che lo rendano più "concretamente"
esplorabile alla nostra mente. Quesiti a cui si debba rispondere in poco
tempo si prestano alla verifica di questa capacità, che purtroppo non sono
molto curate dalle più diffuse pratiche di insegnamento/verifica, che (dalla
scuola dell'obbligo fino all'università) privilegiano spesso una impostazione a
"comportamenti stagni".
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La
possibilità di poter disporre di un apparato matematico per il calcolo delle
probabilità, permette di superarne le insidie, che sono di varia natura, ma sono in buona parte legate a una
eccessiva confidenza nelle capacità dell'intuizione. Ne esaminiamo alcune che
appaiono come le principali fonti di errore nella valutazione della
probabilità di eventi di interesse.
Una
prima fonte di errore è, nel caso di spazi finiti, il conteggio dei casi. Nell'esempio del lancio dei due dadi,
confondere i due eventi: "uscita di (1,6)" e "uscita di un 1 e di un 6" porterebbe
a conclusioni scorrette in quanto:
- 1/36 = P(uscita di (1,6)) P( uscita di un 1 e di un 6) = P(uscita
(1,6)) + P(uscita(6,1))= 1/18.
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- Spesso i principianti sono messi in difficoltà di
fronte alla richiesta di calcolare la probabilità di eventi di tipo "almeno", che è invece facilmente
ottenibile considerando l'evento complementare.
- Ad esempio dall'identità P(Ā)=1-P(A), si ottiene
immediatamente:
- P(almeno una faccia >2) = 1 - P(tutte e due le facce ≤ 2) = 1- P((1,1) U (1,2) U (2,1)) = 1 - 3/36
Per spazi campionari finiti, il calcolo delle
probabilità richiede tipicamente l'utilizzo delle formule di calcolo combinatorio.
- Un'altra
insidia è costituita dalla supposizione
dell'equiprobabilità delle diverse alternative. Per esempio
l'ipotesi che la distribuzione di
probabilità del picco orario di
chiamate ad un call center sia uniforme sulle 24 ore può
essere certamente semplificatrice dal punto di
vista del calcolo, ma ne appare evidente il
limite (almeno che non si stia considerando un call center operante su
scala mondiale).
- Occorre ricordare che un
modello
probabilistico, come ogni modello, costituisce comunque
una approssimazione della realtà;
ipotesi semplificatrici possono essere
opportune per un primo approccio ad una situazione complessa. Spesso
la semplificazione permette di ottenere
risposte comunque utili, che un modello più
complesso non riuscirebbe a fornire per le difficoltà,
analitiche o computazionali, che insorgerebbero nel
trattarlo. E' tuttavia importante che le ipotesi
sulle quali il modello si basa vengano apertamente dichiarate
per mettere in guardia su possibili limiti
delle conclusioni a cui l'analisi del modello ha
portato, in vista di eventuali raffinamenti successivi.
Eventi rari possono accadere
- Un errore in cui incorre
spesso il senso comune è quello di equiparare
eventi rari, cioè eventi a cui è
associata una probabilità bassa di verificarsi, ad
eventi impossibili. Il fatto che una
determinata persona vinca ad una lotteria nazionale è
sicuramente un evento raro, ma se la sua vincita venisse
considerata impossibile si dovrebbe
considerare impossibile la vincita da parte di chiunque altro
(perché l’estrazione dovrebbe fare preferenze?) e di
conseguenza si dovrebbe ritenere
impossibile che ci sia un vincitore della lotteria, il che è
assurdo.
- D’altra
parte, il fatto che eventi rari prima o poi si verifichino potrebbe essere
poco interessante ai fini pratici, se il tempo di attesa è molto elevato.
Nel caso sopra citato, della lotteria annuale, la probabilità di vincere
acquistando un biglietto, se la lotteria vende dieci milioni di biglietti
è pari a :
- (dovendo
supporre che tutti i biglietti abbiano la stessa probabilità di essere
estratti, altrimenti ci sarebbero gli estremi per azioni in sede giudiziaria!);
supponendo che un individuo compri un biglietto tutti gli anni, il tempo medio
di attesa per la sua vincita risulta pari a 10 milioni di anni, il che
dovrebbe scoraggiarlo dallo spendere i soldi del biglietto!
- La stima della probabilità di un
evento è uno strumento fondamentale della statistica. Nelle sue
forme più semplici, si fonda sul calcolo combinatorio.
Anche se il risultato di ogni singolo
tentativo è imprevedibile, con un numero elevato di ripetizioni
si stabiliscono
regolarità che possono essere previste e calcolate. Dal punto
di vista
didattico, l’associazione del concetto di probabilità al
calcolo combinatorio è
un aspetto importante: serve per collegare una scelta, alla
probabilità con la
quale l'evento atteso può avvenire, nel contesto di tutti gli
eventi
alternativi possibili. E’ la base dell’inferenza
statistica, della scelta scientifica in tutti i casi d’incertezza.
Per
risolvere i problemi
probabilistici mediante il Calcolo combinatorio si considerano le
situazioni con tutti gli eventi studiati equiprobabili.
Esempio:
Quando
abbiamo definito la probabilità, abbiamo visto che, la
probabilità del verificarsi di un evento A, è:
oppure: dove è
il numero di prove nelle quali si è verificato A, è il
numero totale di ripetizioni della stessa prova.
- Dunque
si devono contare il numero di prove.
- Questi calcoli di solito si fanno a posteriori, nulla evita di chiedersi a priori, cioè
prima di eseguire l’esperimento, qual è la probabilità di ottenere un certo
numero di successi, e quindi una certa frequenza. Si consideri il seguente
esempio:
Un dado viene lanciato 4 volte.
Qual è la probabilità che esca tre volte la faccia numero 1 e una volta un
numero diverso da 1?
L’evento, che viene indicato con
H, consta di due eventi parziali:
A: uscita del numero 1; Ā: uscita di un numero
diverso da 1.
Il numero dei casi favorevoli dell’evento
A è 1, quello dell’evento Ā è 5. Infatti sono proprio cinque
i numeri del dado diversi da 1, per semplicità si pone:
p = P(A)= 1/6 , q = 1- p = P(Ā) = 1-
P(A) = 5/6.
I due eventi A e Ā sono indipendenti e
complementari, ossia l’evento unione A ∪
Ā è un evento
certo.
Perché si verifichi l’evento H,
l’evento A si deve verificare tre volte e l’evento contrario Ā una
volta soltanto.
- Il problema può essere posto anche
nel seguente modo:
- lanciando contemporaneamente
quattro dadi, qual è la probabilità che si presentino tre facce contrassegnate dal numero 1 e una con un
numero diverso da 1?
L'evento H si verifica al
verificarsi di uno qualsiasi dei seguenti eventi intersezione:
A∩A∩A∩Ā,
A∩A∩Ā∩A,
A∩Ā∩A∩A, Ā∩A∩A∩A
Gli eventi sono indipendenti e dunque abbiamo:
Gli esponenti 3 e 1 delle due
potenze indicano quante volte si devono ripetere rispettivamente gli eventi di
probabilità 1/6 e 5/6.
Il numero 4 che moltiplica le due
potenze rappresenta il numero di tutti i raggruppamenti dei sei numeri di un
dado che contengono tre volte 1 e una volta un numero diverso da 1.
Nell’esempio
svolto, la determinazione del numero 4 è stata abbastanza semplice. Se, invece,
si effettuano molti lanci, il calcolo del numero dei raggruppamenti in cui si
presenta un certo numero di volte un evento diventa laborioso. Per esempio,
volendo calcolare la probabilità che su 20 lanci di un dado esca 12 volte il
numero 4 e 8 volte uno diverso da 4 bisogna effettuare il prodotto:
k ⋅ ·
dove k indica il numero di tutti
i raggruppamenti composti da dodici numeri uguali a 4 e otto numeri diversi da 4.
Per semplificare il calcolo del
numero k, vengono introdotti i concetti di fattoriale di un numero naturale
e di coefficiente binomiale, che saranno spiegati nella scheda:"
Cenni di calcolo combinatorio"
Vedremo che il numero k sarà il coefficiente binomiale:
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