Nell'analisi matematica la regola di de
l'Hôpital è un procedimento che permette di calcolare vari limiti di
quozienti di funzioni reali di variabile reale che convergono
a forme indeterminate delle forme 0/0 e / con l'aiuto
della derivata del numeratore e della derivata del denominatore. La
regola si può estendere per cercare di calcolare limiti di funzioni
appartenenti ad altre forme indeterminate.
Siano f, g
: [a,b] à due funzioni reali di variabile
reale continue in [a,b] e derivabili in (a,b), con - ≤ a < b ≤
+; siano g(x)
e g’(x) diverse da
oppure
ed esista
.
Allora
.
Perciò, se
si cerca un limite di un quoziente il
cui numeratore e denominatore convergono entrambi a zero,
oppure divergono entrambi ad infinito, può essere utile cercare di calcolare il
quoziente delle derivate del numeratore e del denominatore. Se esiste il limite L di
questo nuovo quoziente, allora esisterà anche il limite del quoziente originale
e coinciderà con L. Se invece il nuovo quoziente a sua volta appartiene ad
una forma indeterminata, si può ripetere l'operazione, cioè cercare di calcolare
il limite del quoziente delle derivate seconde e così via.
L'incapacità
di determinare il limite del quoziente delle derivate comunque non implica la
non esistenza del limite del quoziente originale.
La dimostrazione
usuale fa uso del teorema di Cauchy ed è soggetta a variazioni a
seconda che e siano
finiti o infiniti, che f e g convergano a zero o ad infinito, e che i limiti in
considerazione siano destri, sinistri o bilateri. Tutte queste varianti seguono
le due versioni principali qui sotto esposte, con opportune precisazioni, ma
senza bisogno di introdurre nuovi ragionamenti. Inoltre è opportuno ricordare
che ogni forma di indeterminazione del tipo "zero su zero" o
"infinito su infinito" è riconducibile ciascuna all'altra; pertanto è
sufficiente dimostrarne una delle due per ottenere automaticamente anche
l'altra.
Si
considerino ed reali
e f(x) e g(x) funzioni convergenti a zero
per .
Pertanto è
possibile supporre che sia f(c)= 0 e g(c)=0.
Questo
implica la possibilità di considerare sia f che g continue in ,
senza per questo modificarne il limite (infatti, per definizione, il limite non
dipende dalla valutazione nel punto ).
Poiché esiste limxàc f’(x)/g’(x), esiste un intervallo (c- δ, c+ δ) tale che per ogni nell'intervallo, eccetto al più stesso, sia f’(x) che g’(x) esistono e g’(x) ≠ 0.
Se x∈ (c, c+
δ), si possono applicare sia il teorema del valor medio che
il teorema di Cauchy sull'intervallo [c,x] (lo stesso vale, con
argomentazioni simili, nell'intervallo (c- δ, c)). Il teorema del valor medio implica che
su tale intervallo sia g(x) ≠ 0 (altrimenti
esisterebbe y ∈ (c, x)
con g’(y)=0). Il teorema di Cauchy asserisce che
esiste un punto in
(c, x) tale che
Se x
tende a c, allora tende a c. Poiché limxàc f’(x)/g’(x) esiste,
segue che
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Si
consideri finito,
e f e g convergenti
a + per x à +.
Per
ogni ,
esiste tale
che
Il teorema
del valor medio implica che se ,
allora g(x) ≠ g(m) (altrimenti esisterebbe y∈(m,x) con g’(y)
= 0). Il teorema di Cauchy applicato all'intervallo [m,x]
garantisce che
Poiché f diverge a +, se x è sufficientemente grande, allora f(x) ≠ f(m).
Dunque si potrà scrivere
Si
consideri,
Per sufficientemente grande, questo è meno di
qualunque e dunque
Il che implica che:
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