Classi di Congruenza
Una relazione di equivalenza sull’insieme degli interi divide gli interi in classi di equivalenza; nel nostro caso la congruenza modulo un intero strettamente positivo m dividerà Z in classi di congruenza (modulo m).
Definizione. Se a è un intero, la classe di congruenza di a modulo m è definita come
[a]m = { xÎZ / x º a (mod m) } = { xÎZ / x=a+km, con kÎZ },
cioè è l’insieme di tutti gli interi che sono congrui ad a modulo m.
Osservazioni. Se due classi di congruenza hanno un elemento in comune, allora coincidono.
Inoltre, ogni intero a sta in una ed una sola classe di congruenza, da cui segue che se a e b non sono congruenti modulo m, allora le loro classi di congruenza sono disgiunte.
In simboli, se a º b (mod m), allora
x º a (mod m) se e solo se x º b (mod m);
e se a ¹ b (mod m), allora
[a]m Ç [b]m = Æ,
poiché se esiste un x che appartiene all’insieme formato dall’intersezione delle loro classi di congruenza, cioè se esiste x Î [a]m Ç [b]m , allora x º a (mod m) e x º b (mod m), da cui discende che a º b (mod m) per le proprietà studiate della congruenza, e questo è assurdo.
Possiamo nuovamente riformulare il
Lemma di divisione. Ogni classe di congruenza modulo m contiene uno ed un solo intero r con 0 £ r < m, dove
[a]m = { rÎZ / a=q×m+r, con rÎZ }.
Una conseguenza del lemma è il seguente corollario:
Corollario. Esistono precisamente m classi di congruenza modulo m, ossia
Zm = {[0]m, [1]m,..., [m-1]m
}.
Le classi di congruenza si possono sommare e moltiplicare, quindi sono chiuse rispetto alla somma e alla moltiplicazione con le operazioni definite come:
1) [a]m + [b]m := [a+b]m,
dove +, Zm x Zm ¾® Zm
([a]m,[b]m) ® [a+b]m;
2) [a]m × [b]m := [a× b]m,
dove ×, Zm x Zm ¾® Zm
([a]m,[b]m)
® [a× b]m.
dove [0]m sarà l’elemento neutro della somma e [1]m sarà l’elemento neutro della moltiplicazione.
Le operazioni +,× sono ben definite, ossia il comportamento delle seguenti operazioni non dipende dalla scelta del valore che appartiene alla classe di congruenza, ma se scegliamo valori diversi per a e b, le classi che abbiamo definito non cambiano, cioè
Proposizione. Supponiamo che [a]m = [a’]m e [b]m = [b’]m, allora
[a+b]m = [a’+b’]m e [a×b]m = [a’×b’]m.
Inoltre +,× definite su Zm godono delle stesse proprietà di +,× definite su Z, per cui valgono ancora la proprietà associativa e distributiva:
presi a=[a]m, b=[b]m, γ=[c]m Î Zm si possono facilmente dimostrare che valgono le seguenti regole di calcolo:
(a+b)+γ = a+(b+ γ);
(a×b) × γ = a×(b× γ);
a×(b+ γ) = a×b+a× γ;
a+0 = a;
a×0 = 0;
a×1 = a.
La potenza n-esima di a viene invece definita come il prodotto di n copie di a, quindi si ha che:
an = ([a]m)n
= [an]m.
Nell’anello degli interi, gli unici valori a per cui esiste un intero b tale che ab=1 sono a=1, a=-1, mentre in Zm si ha che:
Proposizione. In Zm , data a =[a]m, esiste un b=[x]m tale che [a]m×[x]m =[1]m se e solo se MCD(a,m)=1, cioè se e solo se a e m sono primi fra loro. Inoltre se b esiste è unico.
In particolare, l’elemento a si dice invertibile, l’elemento b si dice inverso di a e si denota con a-1.
>Se p è un primo, allora ogni intero non divisibile per p è relativamente primo con p, da cui
Corollario. Se p è primo, ogni elemento di Zp diverso da zero è invertibile.
La nuova formulazione del teorema di Fermat diventa:
Teorema di Fermat. Sia p primo. Se aÎZp, allora
ap=a.
Se a¹0, abbiamo che ap-1=1.
L’insieme Zm con le operazioni di addizione e moltiplicazione è una struttura chiamata anello commutativo.