La teoria della probabilità nasce, all’inizio del diciassettesimo secolo, dagli studi riguardanti la soluzione di alcuni problemi sorti

  nei vari giochi d’azzardo, quali ad esempio il gioco dei dadi.

  I nobili, infatti, facendo di queste attività uno dei propri passatempi preferiti, affidavano ai vari studiosi del tempo il compito

  di risolvere i loro quesiti a tal proposito.

  Questo è il motivo che spinge Galileo Galilei a scrivere il libro Sopra le scoperte dei dadi del 1596 nel quale, su richiesta del

  Granduca di Toscana, calcola la probabilità che la somma delle facce di 3 dadi sia uguale ad un certo numero k.

  Più tardi il Cavaliere di Méré, famoso giocatore d’azzardo, porrà a Blaise Pascal i seguenti 2 problemi:

  Pascal cerca il consiglio di Fermat e dalla loro corrispondenza nascono le prime leggi della probabilità e il calcolo combinatorio.

  Pascal pubblica nel 1654 il Traité du Triangle Arithmétique che parla del Triangolo di Tartaglia; tornano alla ribalta i coefficienti

  binomiali (già studiati precedentemente da Stifel), indispensabili per risolvere anche i più banali problemi di probabilità.

  Nel 1657 Huygens pubblica il De ratiociniis in ludo alae e nel 1666 Leibniz la sua Dissertatio de arte combinatorica.

  Durante il secolo dei lumi esce, nel 1708, Essai d’Analyse sur le jeux de hazards ad opera di Montmort e nel 1713

  Ars conjectandi di Bernoulli nel quale viene enunciata anche La legge dei grandi numeri.

  Nel 1718 De Moivre nella sua opera Doctrine of Chances risolve il problema centrale della teoria della probabilità ed usa e

  dimostra la Formula di Stirling.

  Simpson tratta per la prima volta i problemi riguardanti la distribuzioni di variabili aleatorie continue e nel 1763 escono dei lavori

  di Bayes sulla concetto di Probabilità condizionata e alcune formule inerenti ad essa, tra le quali la più importante prende proprio

  il suo nome.

  Poi più tardi inizieranno a nascere legami sempre più forti tra il calcolo delle probabilità e le altre materie scientifiche.

  Infatti nel 1809, durante il suo studio degli errori di osservazione in astronomia, Gauss ritrova la curva che poi in futuro prenderà

  il suo nome.

  Laplace nel frattempo dimostra il teorema centrale per p generico.

  Nel 1828 vengono scoperti i moti Browniani, cioè i moti continui delle particelle, concetto che sfuggiva ad ogni legge fisica fino a

  quel momento studiata.

  Nel 1867 Chebischev scopre la prima diseguaglianza fondamentale della probabilità.

  Nel 1905 finalmente si celebra l’inizio dell’unione della probabilità con la fisica: Einstein spiega i moti Browniani utilizzando le leggi

  della probabilità.

  Nel 1910 Rutheford, Bateman e Geiger scoprono che il numero di particelle emesse da una sostanza radioattiva è una variabile

  aleatoria con distribuzione di Poisson.

  Comunque, nonostante la sua storia fitta di eventi, gli studi sulla probabilità vengono assiomatizzati solo intorno agli anni venti e

  trenta del 1900 fino diventando così una vera e propria teoria matematica.

  Nata "quasi per gioco", questa nuova scienza, grazie anche ad ulteriori scoperte, troverà negli anni futuri sempre più iterazioni

  con altre discipline, quali ad esempio l’informatica e la statistica.